Antonello Turchetti

Arte terapeuta, fototerapeuta, curatore

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Via G. di Vittorio n. 31 – 06063 Magione (PG)

Bisogna fare brutte fotografie

Diane Arbus

L’ Arte Terapia nasce con la specifica funzione di modulare le emozioni e consolidare le relazioni interpersonali.

“L’Arte e’ un mezzo efficace di regolazione dell’attività emozionale ai fini dell’acquisizione del benessere psico-fisico individuale” (P.Ricci Bitti, 1998) e l’essere umano ha bisogno dell’Arte come mezzo per comprendere la sua realtà interna e quella esterna che lo circonda. L’Arte Terapia ha l’obiettivo di attivare la creatività intesa come parte sana e vitale dell’individuo. L’attivazione della creatività è un processo fondamentale per l’evoluzione psicologica e risulta particolarmente indicata quando situazioni legate a traumi e patologie interferiscono con la vita della persona, creando squilibri che pregiudicano il buon funzionamento dell’individuo e la sua Qualità di Vita. L’ Arte Terapia prevede una continuità tra linguaggi verbali e non verbali, riconoscendo questi linguaggi come caratteristici e distintivi della specie umana.  Processo e prodotto costituiscono uno strumento prezioso per accedere al proprio mondo simbolico-emotivo.

L’Arte Terapia

Illustrazione di Fernando Cobelo

FotoTerapia

Illustrazione di Fernando Cobelo

Le fotografie sono orme della nostra mente, specchi delle nostre vite, riflessi del nostro cuore, memorie sospese… Judy Weiser.

“La fotografia è la forma più irresistibile di contaminazione mentale” (Susan Sontag).

Siamo abituati a pensare alla terapia come al trattamento di una malattia secondo uno standard medico scientifico. La parola terapia significa avere cura, quindi è quell’agire che non cura ma ha cura, che non guarisce ma che aiuta. Forse questo è il punto di vista con cui dobbiamo pensare alla fototerapia: quell’atto in cui l’immagine diventa palcoscenico del proprio essere, quell’agire in cui il fotografo esce da sé e crea un collegamento con il suo mondo interiore e utilizza poi l’esterno per elaborare i propri vissuti, le proprie emozioni. Con la pellicola si parlava di “immagine latente” che solo grazie all’azione del processo di sviluppo, e poi di stampa, si arrivava al prodotto finale, la fotografia. In un certo senso il processo è lo stesso. L’immagine latente è il proprio mondo interiore, lo sviluppo il processo trasformativo, l’immagine il prendersi cura.